UniCredit, Orcel sfida Bce su tassi e Russia. Utili ancora record, titolo sotto la lente a Piazza Affari
UniCredit, banca capitanata dal ceo Andrea Orcel, presenta un’altra trimestrale record, caratterizzata dall’ennesima crescita degli utili nel secondo trimestre del 2024, da un notevole miglioramento delle commissioni e dalla stabilità del margine netto di interesse (la voce di bilancio più interessata dalle mosse sui tassi della Bce).
Tuttavia stavolta il titolo UCG, scambiato sul Ftse Mib di Piazza Affari, non brinda, anche se l’effetto delle parole che l’amministratore delegato Orcel ha rilasciato nel corso della conference call con gli analisti, inizialmente, è stato evidente:
rispetto ai minimi intraday testati subito dopo la diffusione dei conti, le azioni hanno infatti azzerato le perdite, cercando di risalire la china.
- UniCredit apre le danze delle trimestrali delle banche italiane
- Effetto Orcel sul titolo: titolo azzera perdite a Piazza Affari
- UniCredit, Orcel: target giusti per M&A, ma senza condizioni
- UniCredit, Orcel su impatto tassi Bce più bassi su conti
- “Faremo utili anche con normalizzazione tassi di interesse”
- Russia: no a errori per evitare regalo a Mosca di vari miliardi
UniCredit apre le danze delle trimestrali delle banche italiane
UniCredit è stata la prima tra le principali banche italiane quotate sul Ftse Mib della borsa di Milano a diffondere i conti del secondo trimestre del 2024 in un contesto in cui la Bce, orientata a sforbiciare ulteriormente i tassi dopo il primo taglio mini del 6 giugno scorso, inevitabilmente non potrà essere più un fattore di sostegno per i margini netti di interesse degli istituti di credito che, nei due anni precedenti, hanno brindato a Piazza Affari alle continue strette monetarie anti-inflazione varate da Francoforte.
Quelle strette monetarie, in teoria destinate ora a essere soppiantate dall’era dei tagli dei tassi, non ci sono più, motivo per cui le banche dell’intera area euro sono costrette già da un po’ a contare sulle loro forze per garantire la crescita della loro redditività.
Sembra tra l’altro avvicinarsi quello che sembra essere sempre di più il momento della ‘verità’, ovvero quello in cui gli istituti di credito dovranno superare la prova di più di un taglio dei tassi da parte della Bce.
In realtà gli esperti sono convinti che i tassi di interesse, e non solo dell’area euro, rimarranno elevati, continuando a sostenere gli NII di UniCredit e di altre banche:
la Bce non ha infatti fretta – come ha dimostrato l’esito dell’ultima riunione di luglio – di correre in soccorso di una economia, quella dell’Eurozona che a, suo avviso, non sta lanciando nessun SOS. Allo stesso tempo, l’era dei rialzi dei tassi che tanto avevano sostenuto i margini netti di interesse, per il momento sembra conclusa.
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Effetto Orcel sul titolo: titolo azzera perdite a Piazza Affari
Piazza Affari non brinda ai conti di UniCredit, nonostante Orcel abbia parlato di nuovo di risultati record.
Dopo la conference call con gli analisti che ha visto l’AD affrontare vari dossier, il titolo ha azzerato però le perdite a Piazza Affari, virando in positivo, con un rialzo che, a metà giornata, è stato pari a +0,50%, oltre quota 39 euro.
Le azioni tornano tuttavia a perdere terreno, a fronte di un indice Ftse Mib negativo.
Indicazioni più chiare sulla reazione del mercato alle trimestrali degli istituti di credito italiani arriveranno con gli imminenti risultati di bilancio di Intesa SanPaolo, Mps-Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM e Bper, che ultimamente hanno beneficiato anche del tema eterno del risiko (che, tuttavia, non c’è ancora).
Sulle azioni di UniCredit ha probabilmente pesato all’inizio della giornata di contrattazioni il fatto che, nel migliorare la guidance, il gruppo ha annunciato un upgrade sui ricavi e sulla generazione organica di capitale, lasciando tuttavia invariato l’outlook sull’utile netto.
Nella call con gli analisti, Orcel ha però spiegato la prudenza della banca, confermandosi al contempo fiducioso nella sua capacità di stracciare le stime.
“Abbiamo deciso di non aggiornare la guidance su utile netto e Rote“, – ha spiegato il banchiere -, al fine di “mantenere una flessibilità per sostenere la nostra performance sicura”.
“Ma fatemi essere chiaro – ha sottolineato subito l’AD -: la nostra performance ci porterà a superare ampiamente, o potremmo dire polverizzare, la nostra guidance sull’utile e ritorno sul capitale“.
UniCredit, Orcel: target giusti per M&A, ma senza condizioni
Due, va detto, sono oggi le grandi notizie che interessano UniCredit: da un lato l’acquisizione di due banche estere, per la precisione della polacca Vodeno e della belga Aion Bank.
Dall’altro lato, i conti relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2024, che hanno aperto ufficialmente le danze della stagione degli utili delle banche italiane, in un momento in cui i titoli continuano a prezzare il dossier presente ormai da anni (per ora solo sulla carta) di una eventuale operazione di risiko-M&A tra gli istituti.
Operazione di risiko made in Italy che tuttavia non vede protagonista tanto UniCredit – che già diverse volte ha detto di non essere interessata più a Mps dopo il flop clamoroso delle trattative – quanto piuttosto banche come l’altrettanto eterna preda Monte dei Paschi di Siena e altre banche come Bper.
UniCredit preferisce fare shopping all’estero, come già dimostrato da altre transazioni precedentemente annunciate, sognando sempre e comunque una banca per l’Europa e snobbando voci che periodicamente vedono il suo nome accostato anche ad alcuni pesi massimi di Piazza Affari, come Mediobanca e Generali.
Tra l’altro, rimanendo in tema di M&A, interpellato da Class CNBC dopo la pubblicazione dei conti e l’annuncio del nuovo shopping, il ceo di UniCredit Andrea Orcel è tornato ad affrontare proprio il tema di eventuali operazioni di acquisizioni e fusioni (mergers and acquisitions), facendo una importante ammissione:
ovvero, di avere individuato “i target giusti”, ma aggiungendo anche che i termini e le condizioni “non sono stati tali da poterli sottoporre agli azionisti per l’approvazione”.
E’ arrivata anche la precisazione:
“Restiamo costruttivi sull’M&A, ma restiamo anche molto disciplinati”.
Vale la pena di ricordare che gli utili, il fatturato e il margine netto di interesse di UniCredit, relativi al secondo trimestre del 2024, si sono confermati migliori delle attese del consensus degli analisti interpellati da Bloomberg:
attese anch’esse solide, a fronte di un titolo che ha continuato in queste ultime settimane e dall’inizio del 2024 a fare scintille a Piazza Affari, forte anche del fattore dividendi-buyback, che rende UniCredit una delle banche più generose nei confronti dei propri azionisti.
Piazza Gae Aulenti sta continuando tra l’altro a portare avanti il piano annunciato di buyback, facendo la gioia degli stakeholders e raccogliendo la fiducia degli analisti, con quelli di Barclays, per esempio, che vedono in UniCredit e in un’altra grande banca italiana tra le scelte migliori da fare.
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UniCredit, Orcel su impatto tassi Bce più bassi su conti
In un’intervista rilasciata a Class CNBC in esclusiva, a seguito della diffusione dei conti,Orcel ha ripercorso le tappe finora raggiunte – e superate – da UniCredit dall’inizio dell’anno, ammettendo che nei primi giorni del 2024 il team non era convinto di riuscire a replicare quest’anno i numeri del 2023.
“Abbiamo poi alzato le nostre guidance dicendo che ci saremmo arrivati, e adesso abbiamo un livello di sicurezza” sulla capacità della banca di arrivarci “che è molto alto”.
“Quindi, dal punto di vista dei nostri risultati, eccederemo gli 8,5 miliardi (di utili) e il nostro RoTe del 16,5% “, ha detto il ceo, aggiungendo che in tema di remunerazione agli azionisti, “confermiamo le nostre distribuzioni di 8,6 miliardi per l’anno”.
L’amministratore delegato ha poi continuato:
“Quello che non abbiamo confermato è di quanto eccederemo (le stime) sia sulla redditività che sull’utile netto perchè, data l’incertezza geopolitica, ci riserviamo di aggiustare il tiro nei prossimi due trimestri e di dare più chiarezza di quanto lo eccederemo”.
“Faremo utili anche con normalizzazione tassi di interesse”
Riguardo all’impatto che il dietrofront della politica monetaria della Bce di Christine Lagarde avrà sulla redditività di UniCredit, così come di tutte le banche dell’Eurozona non più assistite dal sostegno dei rialzi dei tassi precedentemente lanciati, in modo anche aggressivo, dall’Eurotower, Orcel ha risposto che “sicuramente faremo utili, anche in presenza di una normalizzazione dei tassi di interesse e del costo del rischio”.
“La questione è sempre stata relativa, su quale sarà l’impatto” di queste cose, ha sottolineato il ceo, aggiungendo che si tratta di qualcosa che al momento è difficile quantificare.
Ma “noi ci siamo preparati nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo lavorato molto duramente sulla nostra efficienza, dunque abbiamo i costi sotto controllo – ha rassicurato Orcel – e riusciamo a farli declinare malgrado il fatto che continui l’inflazione e che continuiamo a investire”.
Niente paura, dunque, visto che “abbiamo anche creato linee di difesa sul costo del rischio, quindi se aumenta, abbiamo questi cosiddetti overlays per 1,7 miliardi per tenerli sotto controllo”.
In più, “nel costruire le nostre fabbriche, abbiamo previsto di dare una spinta sopra il mercato alle nostre commissioni e quindi abbiamo già dato una guidance” tale da prevedere che, “nei prossimi tre anni, aumenteremo le nostre commissioni di 1,4 miliardi o il 6% annuo”: un elemento che, secondo l’AD, “dovrebbe aiutare ad assorbire una larga parte del declino del margine di interesse”.
“Di quanto declinerà il margine di interesse – ha detto ancora Orcel – non lo sappiamo ancora, però siamo abbastanza sicuri che riusciremo a gestirlo meglio dei nostri concorrenti”.
Orcel ha ricordato infatti che, “sulla parte di salita, noi abbiamo aumentato il margine di interesse solo del 50%-60%, i nostri concorrenti del 110%”, il che significa che “sulla parte di discesa pensiamo di essere più resilienti e soprattutto abbiamo una qualità dei nostri ricavi che ci porta a mantenere una redditività ben oltre il 15%”.
Nel commentare i profondi cambiamenti che hanno interessato l’Europa, ancora alle prese con il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, il trend dell’inflazione e di conseguenza dei tassi di interesse dell’Eurozona, così come la guerra in Medio Oriente, “l’incertezza politica su varie elezioni”, il ceo di UniCredit ha ammesso che sia lui che la squadra della banca vedono “un futuro volatile, incerto, e quindi la maniera di gestire la banca” si deve basare sul tentativo “di anticipare quello che può succedere, per essere pronti ad aggiustarci rapidamente”.
In definitiva, “se mi chiede come andrà a finire, credo che ci sarà volatilità, incertezza. Abbiamo tutta una serie di fattori che renderanno la gestione giorno a giorno più complessa di quella che era prima”.
Russia: no a errori per evitare regalo a Mosca di vari miliardi
Oltre a presentare gli utili del secondo trimestre del 2024 Andrea Orcel – noto per essere il Ronaldo dei banchieri – ha risposto per le rime alla Bce, che continua a chiedere alla banca di recidere ogni legame con la Russia, in cui Piazza Gae Aulenti è tuttora presente, anche se in misura decisamente inferiore rispetto all’esplosione della guerra in Ucraina.
Ai microfoni di Class CNBC, il ceo di UniCredit è stato chiaro: sì a un’uscita da Mosca ma senza fare passi falsi, anche perché “se violiamo la legge diamo alla Federazione russa il potere di confiscare i nostri asset per giusta causa”.
Il numero uno di UniCredit ha ribadito che, per la banca, lo “scenario in Russia resta lo stesso, cioè i nostri obiettivi restano gli stessi”, ricordando come nel marzo del 2022 la banca avesse “detto chiaramente che avrebbe ridotto le proprie attività nel paese “in maniera ordinata” e nel modo più spedito possibile.
Così è stato. “Ad oggi, se noi prendiamo tutti gli indicatori, dalla riduzione del 93% delle nostre esposizioni cross border, ai pagamenti, ai prestiti etc, siamo sempre oltre il 60% di riduzione in due anni e nel prossimo anno, anno e mezzo, porteremo questa riduzione probabilmente sopra l’80% se non all’85%, quindi la direzione è chiara e non credo che ci sia dialettica (con la Bce) su questo. Credo che interpretiamo pienamente quello che ci sia aspetta da noi da parte dei nostri azionisti, da parte della nostra società e dei regolatori”, ha fatto notare Orcel.
Non si tratta di dialettica, ha rimarcato l’AD, visto che questo “è un tema di certezza giuridica, nel senso che abbiamo un intorno legale, regolamentare, sanzionatorio molto complesso”.
Di fatto, “ci sono più di 13.000 sanzioni sulla Russia e la Russia ne ha fatte su tutti noi, dove la banca deve navigare senza rischiare di commettere errori, quindi l’unica cosa che noi abbiamo chiesto è chiarezza su questo intorno per poter accelerare la nostra riduzione”.
Questa chiarezza è critica non solo perchè è importante, ma anche perchè se noi commettiamo degli errori e infrangiamo leggi che non avremmo dovuto infrangere, ci ritroviamo esposti a sanzioni e ci ritroviamo esposti a una Russia che potrebbe per giusta causa riprendersi i nostri attivi”
E non sarebbe, in questo caso, “solo una perdita per i nostri investitori”. Si tratterebbe, infatti, “anche di un regalo di vari miliardi allo Stato russo.
Dunque, ha avvertito Orcel, quindi prima di commettere questo errore vogliamo chiarezza”, il che significa che “quello che farà la Corte di giustizia per noi è meno importante che avere una risposta, è il cosiddetto win-win, che dica ‘A’ o che dica ‘B’ non è importante”.
E’ importante invece che, dicendo come stanno le cose, la Corte di giustizia dia a UniCredit una “chiarezza legale”, permettendo così alla banca di andare avanti.
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