Risanamento: presidenza a Mariconda, Zunino resta in cda
Sarà Vincenzo Mariconda il presidente di garanzia chiamato a traghettare Risanamento fuori dalla crisi. Il cda di ieri, oltre a nominare il nuovo presidente, ha dato il via libera al piano di salvataggio elaborato dal consulente Leonardo & Co. e che ha già avuto il gradimento delle banche creditrici, che vantano nei confronti di Risanamento crediti per 3 miliardi di euro. Accordo da 500 milioni di euro: 150 di aumento di capitale in opzione ai soci di cui euro 130 mln dovranno essere sottoscritti in denaro ed euro 20 mln mediante utilizzo di crediti chirografari delle banche stesse, con un prezzo di emissione attualmente indicato in euro 0,45 per azione; secondariamente un’emissione di un prestito obbligazionario convertendo con scadenza al 31 dicembre 2014, dell’importo complessivo di euro 350 mln e garantito dalle banche creditrici (Intesa SanPaolo, UniCredit, Banco Popolare e Bpm) e 350 milioni di un prestito convertendo con scadenza 31 dicembre 2014. Piano di salvataggio che verrà illustrato al Tribunale nell’udienza del 29 luglio.
Resta in cda il principale azionista Luigi Zunino, al quale fa capo il 73% della società, malgrado le indiscrezioni lo indicassero fino a ieri come sicuro dimissionario. A dimettersi, per permettere la cooptazione di Mariconda, è stato invece Matteo Tamburini. La nomina di Mariconda, secondo alcune fonti riportate oggi da La Stampa, rappresenta un segnale di «forte discontinuità» richiesto anche dalla procura di Milano, che con la richiesta di fallimento del gruppo ha fatto emergere le criticità di una crisi che si protraeva da almeno un anno. Il consiglio di Risanamento è stato riconvocato per il giorno 3 agosto 2009 anche per definire alcuni aspetti della nuova governance.