Rame in calo, per Morgan Stanley vicina opportunità d’acquisto
A maggio il rame (quotato su London Metal Exchange) ha toccato i massimi storici oltre la soglia degli 11.000 dollari/tonnellata, in una corsa apparentemente inarrestabile per la materia prima. Eppure, da quel momento, il metallo ha perso circa il 18% tornando in area $ 9.000/t. Ecco cos’è cambiato negli ultimi due mesi e le prospettive per il prosieguo dell’anno secondo Morgan Stanley.
Le ragioni dietro il ritracciamento del rame dai massimi storici
Il recente calo delle quotazioni è stato determinato in parte da fattori macroeconomici, come il sentiment più debole in Cina, ma non solo. Secondo Morgan Stanley, ci sono anche fattori specifici dietro il ritracciamento del metallo.
Il precedente aumento dei prezzi ha pesato sulla domanda spot, facendo passare in negativo il premio a pronti (per il possesso fisico) in Cina. Dopo un aumento del 12% nel 2023 e del 14% nel primo trimestre del 2024, il consumo apparente nel Paese asiatico (che non tiene conto dei cambiamenti nelle scorte non dichiarati) è diminuito su base annua sia a maggio (-10%) sia a giugno (-7%), mentre le esportazioni si sono impennate.
Tra i fattori chiave, gli economisti evidenziano anche i crescenti rischi per la crescita economica. Negli ultimi mesi si è verificata un’ulteriore limitata interruzione dell’offerta, mentre le scorte globali rimangono elevate.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Se l’aumento dei prezzi ha parzialmente danneggiato la domanda, il ritracciamento può nuovamente rafforzarla. Gli indicatori che tracciano la domanda nei mercati finali rimangono positivi, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture di rete, con investimenti in crescita del 25% da inizio anno. Le gare d’appalto nel settore stanno registrando una ripresa che dovrebbe proseguire nella seconda metà dell’anno.
Anche il settore delle rinnovabili sembra in salute, con un aumento della capacità solare installata pari al 33% e di quella eolica del 7%, grazie anche ai piani di aggiornamento e agli incentivi in atto. Continua a soffrire, invece, il settore immobiliare cinese.
I temi chiave per il mercato del rame
Tra i fattori da monitorare, Morgan Stanley cita l’abbassamento dei tassi da parte della banca centrale cinese (Pboc), in risposta al peggioramento della crescita e all’imminente taglio dei tassi della Fed.
Il secondo tema riguarda il premio del rame cinese, tornato positivo a $ 25/t, il livello più alto da aprile. Questo premio tende a muoversi nella direzione opposta ai prezzi del rame. Un aumento indica un miglioramento della domanda spot e un picco del premio è solitamente seguito da buoni rendimenti.
I recenti aumenti delle quotazioni su COMEX e LME dovrebbero continuare a trainare le esportazioni cinesi, ma la situazione si normalizzerà e una riduzione dell’export o un aumento dell’import dovrebbe suggerire un nuovo aumento della domanda cinese.
Infine, le scorte iniziano a ridursi, il che rappresenta un catalyst positivo per la seconda metà dell’anno.
Dal lato dell’offerta, i “Treatment charges” (le commissioni pagate dai minatori alle fonderie per la lavorazione del rame) rimangono bassi. Questo potrebbe contribuire a restringere l’offerta di metallo raffinato, con alcune fonderie in Cina che stanno pianificando di tagliare la produzione.
L’outlook di Morgan Stanley sul rame
Sebbene ci siano ragioni per un’ulteriore discesa delle quotazioni, legate soprattutto ai deboli consumi apparenti in Cina, l’entità e la velocità del movimento suggeriscono il rame potrebbe presto raggiungere il “floor”. Questo, secondo Morgan Stanley, rappresenterebbe un’opportunità di acquisto.
Il posizionamento si è probabilmente ripulito in modo significativo con il recente movimento al ribasso e c’è spazio per essere ottimisti sulla domanda cinese nel secondo semestre, mentre l’offerta raffinata potrebbe iniziare a subire pressioni.
Da monitorare il premio spot, soprattutto se dovesse raggiungere o superare i 100 $/t, livello storicamente favorevole per andare lunghi sulla materia prima.
Per il quarto trimestre, Morgan Stanley fissa un target di prezzo pari a $ 10.800/t. Un obiettivo che secondo gli analisti, potrebbe rivelarsi troppo ottimistico laddove il sentiment economico dovesse rimanere sotto pressione, ma i rischi sembrano orientati più al rialzo che al ribasso.