Mondo del Lavoro: il welfare all’estero si veste di rosa
Il welfare all’estero si veste di rosa. Mentre in Italia più di una donna su quattro quando diventa mamma decide o si trova costretta a lasciare la scrivania, all’estero questa dipartita è molto meno frequente. Il motivo di questa situazione è presto detto: lo Stato italiano dovrebbe aiutare di più con sovvenzioni, assegni e detrazioni le famiglie che hanno bimbi da zero a cinque anni. Cosa che oltre confine è concretizzata già da un certo tempo.
All’estero, restando sempre in Europa, si scovano infatti forme di welfare al femminile che garantendo alcuni benefits nel periodo della maternintà permettono alle neo mamme di ritornare presto sul mercato del lavoro. La Svezia è il caso più emblematico: arriva a “spendere” il 2 per cento del Prodotto interno lordo a sostegno di schemi pubblici dedicati all’infanzia.
Anche Londra e tutta la Gran Bretagna, nonostante la crisi abbia pesato in maniera particolarmente pesante, non è stata a guardare: è stato messo a punto un sistema articolato che concede alle giovani mamme di avere agevolazioni fiscali per i figli. Ottimo anche il trattamento francese dove il governo lascia libera la neomamma di scegliere quale soluzione vuole praticare per allevare il bambino.
I genitori francesi che lavorano possono decidere se optare per affidare a tate o educatrici la loro prole a casa oppure se iscriverli all’asilo. In entrambi i casi, sarà comunque lo Stato che si farà carico di una quota consistente dei costi. Non è certamente un caso se in Francia le forme assistenziali all’infanzia sono arrivate a coprire quasi il 20% dei bambini sotto i tre anni.