Le parole di Bernanke tengono il dollaro sotto pressione
La prima audizione di Ben Bernanke alla Camera del Congresso degli Stati Uniti, che sarà seguita domani dalla replica al Senato, ha rispettato in molti passi quanto si attendevano gli analisti e gli operatori di mercato riguardo alla crescita dell’economia e all’andamento delle variabili inflazionistiche. Ha invece aggiunto qualche cosa in più con riferimento a una delle maggiori preoccupazioni che attraversano in questo momento i mercati finanziari, la situazione del comparto dei mutui subprime concessi a utenti con rischio di credito più elevato, e a quella del settore immobiliare in genere.
Il presidente della Federal Reserve ha ammonito sulla possibilità che “il rallentamento del settore immobiliare potrebbe durare più a lungo di quanto si pensi” e che le “condizioni nel comparto subprime potranno inizialmente peggiorare prima di migliorare” con un incremento atteso, quindi, delle insolvenze. Bernanke ha inoltre puntato il dito contro “le pratiche abusive” che hanno accompagnato l’espansione del comparto del credito e dei mutui anche verso chi non garantiva solidità patrimoniale adeguata, promettendo un giro di vite della Fed contro tali pratiche.
E’ stata probabilmente questa la parte del discorso di presentazione del Monetary Policy Report che ha sortito le maggiori reazioni sui mercati, in particolare su quelli valutari.
Reazioni ancora una volta sfavorevoli al biglietto verde che si è indebolito ulteriormente contro la sterlina inglese. 2,055 dollari per sterlina rappresenta infatti il nuovo minimo record toccato negli ultimi 27 anni. Il cross euro/dollaro veleggia invece nei pressi di area 1,38 dopo essersi spinto, prima dell’apertura dei mercati del Vecchio continente fino a 1,3834.
Sicuramente la valuta a stelle e strisce non è stata favorita neanche dalla revisione al ribasso delle stime di crescita dell’economia contenute nel Rapporto semestrale sulla politica monetaria per la seconda metà del 2007. Secondo la Federal Reserve la crescita del prodotto interno lordo si fermerà in un range compreso tra il 2,25 e il 2,50% contro il 2,5%-3% stimato nel precedente report di febbraio. Un recupero è invece previsto nel 2008 quando la crescita “dovrebbe rafforzarsi leggermente verso il trend di crescita sottostante”. Le previsioni contenute nel Rapporto parlano in questo caso di un range compreso tra il 2,5 e il 2,75% comunque inferiore rispetto alle stime del report di febbraio (2,75-3%).
Infine anche sull’inflazione il presidente della Fed ha ribadito quanto già affermato nel recente passato. La guardia sui prezzi rimane alta nonostante il moderato rallentamento registrato nelle ultime rilevazioni “core” che “potrebbe essere il risultato di situazioni congiunturali transitorie”. L’andamento dei prezzi al consumo potrebbe mitigarsi nel corso dell’anno e durante il prossimo e tuttavia “con un elevato livello di utilizzo dei fattori produttivi” l’attenzione non potrà che rimanere alta.