Le banche centrali spingono il dollaroyen sopra quota 101
Le banche centrali spingono al rialzo il dollaroyen. Massimi dal 10 luglio per il cambio tra il biglietto verde e la divisa nipponica, salito poco fa sopra quota 101 yen in scia del diverso orientamento delle rispettive banche centrali.
Da un lato c’è la Federal Reserve che ieri sera, tramite la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione, ha confermato che “nei prossimi mesi” il piano di acquisto asset subirà una sforbiciata mentre il costo del denaro è destinato a restare ai minimi storici ancora per parecchio tempo.
Dall’altro c’è la Bank of Japan che alla luce del rallentamento della crescita economica, dimezzatasi nel terzo trimestre all’1,9% annuo, e in vista del raggiungimento del target di inflazione del 2%, ha ribadito di voler incrementare la base monetaria di 70 mila miliardi di yen annui. Oltre la metà degli economisti contattati da Bloomberg stima che la BoJ nel corso del secondo trimestre 2014 incrementerà il piano di stimoli per l’economia.
La divisa del Sol Levante perde terreno anche contro la moneta unica, con il cross in crescita di oltre una figura e mezza a 135,88 dopo aver sfiorato i 136 yen (135,98, massimo dall’ottobre 2009), e nell’incrocio con la sterlina tornato sopra quota 163 per la prima volta dall’agosto di quattro anni fa.
Minimi da due mesi a 0,9230 per il cambio aud/usd che oggi paga pegno alle dichiarazioni del governatore della Rba (Reserve bank of Australia), tornato a parlare di un intervento per far scendere l’aussie, e alle indicazioni macro arrivate dalla Cina (primo partner commerciale dell’Australia) dove l’indice Pmi elaborato da Hsbc relativo il manifatturiero a novembre è sceso di mezzo punto a 50,4 punti.