Krugman e la sua tesi sull’inflazione: “abbiamo vinto”. Ma è così?
La questione inflazione divide ancora. A riaccendere le discussioni, all’indomani della pubblicazione del CPI Usa, le parole o meglio il post dell’economista premio Nobel, Paul Krugman. Su X (prima Twitter) Krugman ha, infatti, dichiarato che la guerra all’inflazione è vinta, ma gli altri economisti si sono affrettati a precisare: “Non così in fretta”. Inoltre nel suo post su X, Krugman sottolinea: “Abbiamo vinto ad un costo molto basso” sempre facendo riferimento all’inflazione.
La risposta degli economisti al tweet di Krugman
Il post sembrava pensato (quasi a tavolino) per suscitare reazioni, e così è stato. Alcuni personaggi pubblici, come Tim Murtaugh, che in precedenza è stato direttore delle comunicazioni per la campagna 2020 dell’ex presidente Donald Trump, si sono affrettati a notare che Krugman ha utilizzato una misura dell’inflazione al consumo che esclude cibo, energia, alloggio e auto usate. Murtaugh ha scritto su X facendo riferimento al tweet di Kruger, “questa è una splendida notizia per tutti gli americani che non hanno bisogno di cibo, alloggio, benzina ed elettricità, di fatto non hanno bisogno di vivere.”
Altri hanno semplicemente pensato che Krugman fosse fuori dal mondo. Vladimir Signorelli, Founder di Bretton Woods Research ha scritto: “La vista dal tuo grattacielo di New York non è la stessa per le persone al piano terra. Quando l’americano medio non può permettersi una casa o un’auto perché i tassi sono troppo alti o far quadrare i conti è molto più difficile a causa dei prezzi più alti del carburante e dei generi alimentari, di quale guerra vinta stiamo parlando?”
Mentre Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo monetario internazionale (FMI), ha paragonato l’affermazione di Krugman alla famosa apparizione del presidente George W. Bush su una portaerei durante la guerra contro l’Iraq.
Cosa indicano i dati sull’inflazione USA?
Il Dipartimento del Lavoro USA ha riferito, proprio ieri, che l’indice dei prezzi al consumo a settembre è cresciuto del 3,7% su anno e dello 0,4% su mese. Si tratta di un valore in calo rispetto al picco del 9,1% nel giugno 2022, ma ancora molto lontano dall’obiettivo della Fed del 2%. L’ultima volta che il CPI è stato inferiore al 2% annuo è stato nel febbraio 2021.
Il dato core invece, depurato dai beni alimentari ed energetici, ha registrato una crescita del 4,1% su base annuale e dello 0,3% su base mensile, entrambi indicatori in linea con le attese degli economisti.