Italia, fiducia imprese ai minimi storici a dicembre
Fiducia delle imprese italiane ai nuovi minimi storici a dicembre. L’indice elaborato dall’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica) è passato da 71,6 a 66,6 punti, sotto le attese del mercato che erano di una contrazione in area 70 punti. I giudizi sul livello corrente della domanda e le attese a breve termine sulla produzione hanno registrato una forte contrazione con le giacenze di prodotti finiti che stanno tornando ad accumularsi. Le imprese confermano le difficoltà di accesso al credito emerse già nell’indagine di novembre con circa il 13% delle imprese che hanno avuto recenti contatti con le banche non hanno ottenuto il finanziamento sperato (era poco più del 14% a novembre); nella maggior parte dei casi, il mancato finanziamento è dovuto a un esplicito rifiuto da parte degli operatori finanziari.
La crisi sta colpendo tutti i principali settori produttivi: l’indice scende da 65,7 a 62 nei beni d’investimento, da 82,5 a 78,9 in quelli di consumo e da 66,3 a 60,7 negli intermedi. A livello territoriale, la fiducia è scesa da 67,6 a 63,8 nel Nord Ovest, da 71,4 a 63,1 nel Nord Est e da 80,0 a 75,8 nel Centro; una sostanziale stabilità invece nelle regioni meridionali, dove l’indice passa da 75,9 a 75,5.
Preoccupante anche l’andamento del fatturato all’esportazione con le previsioni che non sono affatto rosee. Aumenta in particolare in misura marcata la quota di quanti segnalano la presenza di ostacoli all’esportazione, principalmente a causa di “altri fattori”, in questa fase legati alla crisi internazionale in atto, e a maggiori difficoltà nel reperire finanziamenti. Scende per il secondo trimestre consecutivo il rapporto fra prezzi all’export e prezzi praticati sul mercato interno. Tra i principali mercati di sbocco, diminuisce il ruolo esercitato da Germania e Stati Uniti, mentre aumenta quello degli altri Paesi europei.