Inflazione core eurozona non scende, avvalora cautela Lagarde
L’inflazione dell’eurozona a giugno rallenta al 2,5%, in linea con le attese, ma l’indice core dei prezzi al consumo resta stabile al 2,9%, superiore alle stime. Segnali che rafforzano la visione prudente di Christine Lagarde e dei colleghi della Bce, intenzionati a non procedere con un nuovo taglio dei tassi a luglio, in attesa di maggiori prove di moderazione dell’inflazione.
Inflazione core stabile al 2,9%
Secondo la lettura preliminare, l’indice dei prezzi al consumo della zona euro ha registrato a giugno una crescita dello 0,2% rispetto a maggio. Il dato è in linea con le attese degli analisti e con la rilevazione del mese precedente. Su base annua, l’inflazione rallenta dal 2,6% al 2,5%, confermando le previsioni degli analisti.
L’indice core dei prezzi, che esclude le componenti più volatili (energia e alimentari) rimane invece stabile al 2,9% annuo, deludendo le aspettative degli esperti che speravano in una riduzione al 2,8%.
Nel frattempo, Eurostat ha diffuso anche i dati sulla disoccupazione di maggio, invariata al 6,4%, sui minimi storici per l’eurozona.
La reazione dei mercati all’inflazione
I mercati hanno accolto i dati sull’inflazione con un lieve peggioramento degli indici azionari, che già scambiavano in calo prima del report. L’Euro Stoxx 50 scivola a -0,75% e il Ftse Mib mostra una flessione dello 0,8 per cento.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia lievemente a 153 bp. Il rendimento del decennale italiano sale al 4,13% e quello del titolo di Stato tedesco si attesta al 2,6%. Sul Forex, l’euro/dollaro viaggia poco mosso in area 1,072.
Per quanto riguarda le aspettative sulle prossime mosse della Bce, il mercato degli swap overnight continua a scontare una pausa a luglio, mentre un taglio a settembre è prezzato con una probabilità del 71%. L’allentamento monetario complessivo atteso entro fine 2024 è pari a 40 bp, ossia tra una e due sforbiciate di 25 bp al costo del denaro.
Lagarde e Bce vogliono più dati prima di tagliare ancora tassi
I dati arrivano all’indomani delle parole di Christine Lagarde e Philip Lane, che hanno sostanzialmente escluso una riduzione dei costi di finanziamento a luglio. La presidente ha affermato che non ci sono ancora prove sufficienti per assicurarsi che i rischi legati all’inflazione siano alle spalle. Pertanto, sarà necessario raccogliere più dati per essere sicuri che la crescita dei prezzi non rimanga superiore al target della Bce.
“Il forte mercato del lavoro implica che possiamo prenderci del tempo per raccogliere nuove informazioni, ma dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che le prospettive di crescita rimangono incerte”, ha aggiunto, ribadendo la determinazione nel prendere “decisioni politiche incontro dopo incontro, sulla base dei dati”.
Anche il capoeconomista ha dichiarato che i dati di giugno non saranno esaustivi, soprattutto per valutare l’inflazione dei servizi, attentamente monitorata in quanto più vischiosa rispetto ai beni.
In giornata, Lagarde interverrà nuovamente dal forum di Sintra. Focus anche sulle parole di Jerome Powell, presidente della Fed, e di Isabel Schnabel, uno dei membri più influenti del Consiglio direttivo della Bce.