Notizie Dati Macroeconomici Germania, Ifo migliora ma non basta: come leggere i segnali che arrivano dall’indice

Germania, Ifo migliora ma non basta: come leggere i segnali che arrivano dall’indice

24 Novembre 2023 13:45

La settimana si chiude sui mercati con uno altro importante e atteso leading indicator (indice anticipatore) per la Germania. Dopo l’aggiornamento di ieri con i Pmi manifatturiero e quello servizi della zona euro (Germania compresa ovviamente), oggi è stato diffuso l’indice tedesco Ifo che rappresenta un importante termometro del sentiment tra le imprese teutoniche. Un dato in miglioramento a novembre, ma che agli occhi degli economisti non è sufficiente per cantare vittoria.

Ifo, la fotografia di novembre

Il sentiment tra le aziende tedesche mostra un leggero miglioramento a novembre. Secondo i dati diffusi oggi dall’Ifo Instutute, il clima economico in Germania ha mostrato una ripresa, attestandosi a 87,3 punti rispetto agli 86,9 del mese precedente. Si tratta del terzo aumento consecutivo. Il dato non si discosta molto dalle attese del mercato che si attendeva un valore pari a 87,5 punti. Se si osserva l’andamento della situazione corrente, la fotografia di novembre mostra anche in questo caso un dato in lieve miglioramento (da 89,2 a 89,4) ma in ogni caso distante rispetto ai 95,5 punti di marzo 2023 (massimi dell’anno). Le aspettative mostrano un miglioramento pù marcato, salendo da 84,8 a 85,2 punti.

E’ minore anche il pessimismo sulle aspettative per i prossimi mesi: “L’economia tedesca si sta stabilizzando a un livello basso”, commenta Clemens Fuest presidente dell’Ifo Institute.

Cosa dicono gli economisti: letture a confronto

I dati più in vista del mattino sono, come detto, l’indice Ifo e i consumi tedeschi nel terzo trimestre. “Entrambi confermano il quadro di rallentamento, anche se per l’Ifo siamo al terzo mese di miglioramento per la componente delle aspettative“, spiega Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM, sottolineando che “in particolare, nel manifatturiero le società si sono mostrate un po’ più ottimiste, specialmente nei settori energivori; d’altro canto, permane la debolezza a livello di ordinativi. Di segno opposto invece la variazione nel settore dei servizi, dove le società hanno limato al ribasso le aspettative, con l’eccezione di quelle legate al turismo e all’ospitalità.

Per gli economisti di Intesa Sanpaolo di fatto l’indice Ifo non mostra “nessuna novità positiva per l’economia“, quanto piuttosto “conferma la lenta ripresa in atto sia dell’indice sulla situazione corrente, che delle aspettative“.

Secondo Carsten Brzeski, global head of macro di ING, bisogna leggere il dato nel complesso e per questo motivo ricorda come l’indice Ifo sia ancora al di sotto del livello di luglio. “I dati di oggi confermano che non sarà facile per l’economia tedesca trovare un nuovo slancio di crescita. Anche se il peggio in termini di debolezza del sentiment sembra essere alle spalle, la dura realtà economica non sembra così bella. Che si tratti dell’impatto ancora in corso delle misure d’inasprimento della politica monetaria della Banca Centrale Europea, del potenziale rallentamento dell’economia americana o delle nuove incertezze sulla situazione fiscale non sembra esserci all’orizzonte un forte motore di crescita”, segnala Brzeski. Ragione per cui ci attendiamo che l’attuale stato di stagnazione e ‘lieve’ recessione continueranno. Anzi, il rischio che il 2024 possa essere un altro anno di recessione è chiaramente aumentato.

Le indicazioni arrivate dai Pmi

Il calo generale dell’eurozona è stato in buona parte causato dalle due maggiori economie: Germania e Francia. Questa una delle tendenze che emerge dai dati sui Pmi flash di novembre diffusi da S&P Global che spiega: “A causa del più elevato calo di nuovi ordini in tre anni, la Francia ha indicato a novembre la contrazione maggiore. In Germania, il tasso di declino della produzione e dei nuovi ordini è rallentato, restando però generalmente elevato e prolungando il calo dell’attività economica a cinque mesi consecutivi”.

“Le due maggiori economie dell’eurozona sono preda di una debolezza considerevole, con i dati di novembre che favoriscono leggermente la Germania – rimarca Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank -.  A seguito dell’incremento dell’indice composito tedesco, emergono segnali di miglioramento, in contrasto al persistente indebolimento della Francia. Detto ciò, rimangono evidenti le difficoltà che sta avendo la Germania nel gestire gli investimenti pubblici, dopo il giudizio di ottemperanza della Corte costituzionale sul freno al debito, che potrebbe potenzialmente relegare la Germania negli ultimi posti della classifica nel 2024.”