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Crisi globale per il mercato dell’auto

2 Luglio 2008 06:56

Frena ovunque, con tassi di rallentamento a doppia cifra, il mercato dell’auto. I dati sulle immatricolazioni di giugno diffusi ieri in Italia e in Francia e oltreoceano negli Stati Uniti evidenziano uno stato di crisi profondo e diffuso su scala planetaria.


In Italia nel mese scorso le immatricolazioni hanno registrato una diminuzione del 19,5%. Nessuno tra i maggiori marchi è riuscito a incrementare le vendite. Il gruppo Fiat ha limitato le perdite con un -16,5%, che ha comunque confermato il quadro pessimo già tracciato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. Ieri peraltro lo stesso Marchionne ha ribadito le previsioni di utile e di cash flow per 2008 e 2009, annunciando anche un adeguamento dei prezzi ai maggiori costi delle materie prime che coinvolgerà tutti i brand del gruppo. Gli aumenti medi sui listini saranno pari all’1,5%. La flessione della domanda potrebbe però farsi sentire anche sui livelli occupazionali nel settore. A questo proposito Fiat ha già fatto sapere che dal 28 al 31 luglio scatterà la cassa integrazione nell’impianto di Melfi. Ieri il titolo Fiat ha perso il 3,6%, chiudendo appena sopra i 10 euro. Da inizio anno il titolo Fiat ha perso più del 42%. Si tratta tuttavia di un fenomeno che coinvolge tutto il settore europeo. La componente auto del Dj Euro Stoxx 50 ha perso da gennaio oltre il 30% per effetto del caro petrolio ma anche della previsione che le difficoltà dell’economia possano gravare in prima battuta sui consumi di beni durevoli. Il previsto rialzo dei tassi da parte della Bce avrebbe poi l’effetto di chiudere ancor più il rubinetto dei finanziamenti, un canale molto importante per il settore.


Negli Stati Uniti un solo marchio non ha visto diminuire le proprie consegne, si tratta di Honda (con un risicato +1,1), mentre per altri due colossi nipponici come Toyota e Nissan le flessioni sono state rispettivamente del 21,4 e 18%. I marchi di Detroit sono usciti con segnali pessimi. Ford ha registrato un calo delle vendite del 28,1% (-2,1% ieri in Borsa), General Motors del 18,2% e Chrysler addirittura del 36%. Numeri che arrivano a pochi giorni di distanza da tagli ai rating di  Gm e Chrysler da parte di Fitch per timori sul grado di liquidità e dopo che il titolo Gm è sceso ai livelli più bassi degli ultimi 30 anni. Gm ieri ha comunque chiuso in rialzo del 2,2%. Il mercato si aspettava infatti numeri ancor più disastrosi.

 

Anche il promettente mercato asiatico potrebbe cominciare a scricchiolare sotto i colpi dei maggiori costi dei carburanti, resi ancora più pesanti da digerire per le popolazioni dopo i corposi tagli ai sussidi  effettuati da India, Indonesia, Malesia e Cina. E proprio in Cina General Motors potrebbe assistere a un rallentamento del tasso di crescita. In un’intervista rilasciata a Bloomberg il presidente di Gm China ha detto che nella prima metà dell’anno la crescita si attesterà al 14% contro il 19% dello stesso periodo dello scorso anno.