Bce, Forum Sintra: l’Fmi presenta la verità scomoda sull’inflazione
Il forum di Sintra parte subito con la verità scomoda per le banche centrali e relativa all’inflazione presentata dall’Fmi
Il forum Sintra 2023 parte con l’avvertimento dell’Fmi alle banche centrali, Bce inclusa.
Nel discorso “Three Uncomfortable Truths for Monetary Policy” (Tre verità scomode per la politica monetaria) proferito ieri, giorno in cui si è aperto il forum di Sintra organizzato ogni anno dalla Banca centrale europea, Gita Gopinath, vice direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, ha presentato la grande “verità scomoda” per le banche centrali: quella secondo cui le istituzioni potrebbero trovarsi costrette a tollerare un periodo di inflazione più alta rispetto al loro target prestabilito del 2%, per evitare l’esplosione di una crisi finanziaria.
Difficile è riuscire infatti ad assicurare, nella situazione attuale, il giusto equilibrio tra la necessità di tutelare la stabilità dei prezzi e il bisogno di scongiurare una crisi finanziaria.
I continui rialzi dei tassi che le banche centrali hanno varato e sono determinati ad annunciare ancora per sfiammare la crescita dell’inflazione potrebbero avere un costo troppo alto: quello di scatenare un crash finanziario tra i paesi più indebitati, facendo lievitare in modo insostenibile le spese per interessi sui debiti da onorare.
“Non ci troviamo ancora in questa situazione, ma è una possibilità – ha detto Gopinath al Financial Times prima di proferire il suo discorso – E quello è un contesto in cui le banche centrali correggerebbero il tiro, dicendo ‘OK, forse tollereremo una inflazione più alta per un po’ di tempo”.
Gopinath ha posto l’accento, nell’intervista rilasciata all’FT, sull’elevato livello dei debiti di diversi paesi dell’Eurozona (Italia, si potrebbe dire, in primis, a quanto pare destinata a fare anche peggio della Grecia): fattore che li rende vulnerabili a un’altra crisi finanziaria, dopo la crisi dei debiti sovrani sofferta più di 10 anni fa.
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Forum Sintra, Gopinath (Fmi) sulla ‘prima verità scomoda sull’inflazione’
“Stiamo entrando in un periodo in cui dobbiamo riconoscere che l’inflazione sta impiegando troppo tempo a tornare al target. Questa è la mia prima verità scomoda – ha spiegato la vice direttrice dell’Fmi Gita Gopinath, in precedenza responsabile economista del Fondo – e questo significa che rischiamo che l’inflazione diventi radicata”.
Di fatto, “quando ai governi manca uno spazio di manovra fiscale o il sostegno politico per rispondere al problema, è possibile che le banche centrali debbano apportare aggiustamenti alla loro risposta di politica monetaria, per prendere in considerazione lo stress finanziario”, ha detto Gopinath nel discorso proferito ieri sera da Sintra, cittadina del Portogallo in cui, come ogni anno, la Bce ha dato il via al forum delle banche centrali.
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Allo stesso tempo, ha aggiunto la numero due del Fondo Monetario Internazionale, sarebbe necessaria “un’asticella alta” prima che le banche centrali accettino un’inflazione in crescita al ritmo superiore del 2% per un periodo di tempo prolungato, in quanto proprio questa accettazione potrebbe rendere le pressioni inflazionistiche ancora più radicate, come accaduto agli Stati Uniti negli anni ’60.
Nel motivare questa verità scomoda, Gopinath ha sottolineato che è possibile anche che lo stress finanziario nell’area euro “produca effetti diversi, con gli spread (tra i tassi di interesse) in crescita soprattutto nel caso delle economie più indebitate (nel caso dell’Italia il riferimento è allo spread BTP-Bund), elemento che potrebbe “amplificare altre vulnerabilità, derivanti dai debiti delle famiglie e da una grande fetta di mutui a tasso variabile in alcuni paesi”.
Ma ‘continuate a reagire con forza a segnali inflazione persistente’
Detto questo, Gopinath ha lanciato comunque un appello alla Bce e alle altre banche centrali affinché si preparino “a reagire con forza” a segnali che dovessero indicare un’inflazione persistente, anche a fronte di “un indebolimento molto più forte” nel mercato del lavoro.
Insomma: se da un lato ha invitato le banche centrali a considerare l’eventualità di dover accettare tassi di inflazione superiori al target del 2%, dall’altro lato Gopinath non ha certo smorzato l’appello, alle stesse, affinché continuino a lottare contro la crescita dei prezzi.
E’ stata tra l’altro confermata la strigliata ai governi che presentano livelli di indebitamento considerati troppo alti:
“Considerate le condizioni economiche in cui ci troviamo, caratterizzate sia da un elevata inflazione che da debiti a livelli record, queste giustificherebbero un irrigidimento delle politiche fiscali “, ha detto la vice direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, facendo notare che, “se si guarda alle stime sui deficit di molti paesi del G7, si comprende come i livelli siano troppo alti per un periodo di tempo troppo lungo”.
Gopinath parla anche di TPI, lo scudo salva BTP che ha deluso
Gopinath ha ricordato anche lo strumento TPI, lanciato dalla Bce di Christine Lagarde proprio nei giorni della caduta del governo Draghi in Italia: uno strumento, che si sperava prima del suo lancio fosse uno scudo anti-spread o salva BTP , che si è rivelato invece insufficiente a blindare davvero il paese o qualsiasi altra economia dell’area euro dall’esplosione di una crisi finanziaria.
La funzionaria dell’Fmi ha riconosciuto i limiti di questo strumento ‘Transmission protection instrument’, ammettendo che si tratta di qualcosa che non è stato mai testato in precedenza: per questo, ha continuato, la Bce a suo avviso potrebbe fare anche di più per fronteggiare il rischio di uno stress finanziario.
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Altra questione da chiudere al più presto è l’approvazione da parte dei governi dell’Unione europea del Nuovo Patto di stabilità e di crescita, dunque delle nuove regole da stabilire per ridurre i debiti e i deficit che, ha ricordato l’FT, sono saliti al di sopra del 100% del PIL in diversi paesi: oltre che in Italia (e da un bel po’), anche in Francia.
Gopinath ha infine rinnovato infine l’appello a creare uno schema unico di garanzia sui depositi per tutte le banche dell’Eurozona, evitando di continuare a portare avanti il quadro frammentato costituito ancora da sistemi nazionali singoli.