Banche e spettro bail-in: Eba più severa dopo trauma SVB-Credit Suisse
Banche europee: l’Eba non abbassa la guardia, verso controlli sulle autorità nazionali di risoluzione per blindare la liquidità del sistema bancario. Dalla Bce arriva l’attenti ai dividendi.
Sulle banche europee né l’Eba né la Vigilanza della Bce hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Al punto che l’Eba, nonostante l’esito positivo degli stress test diffuso qualche giorno fa, ha intenzione di mettere sotto esame i piani delle banche volti a contrastare eventuali emergenze di liquidità, e accertarsi che le stesse autorità nazionali monitorino il sistema conformandosi alle regole relative alle risoluzioni degli istituti.
Il ricordo del trauma del crac della banca californiana SVB-Silicon Valley Bank che, da solo, ha riportato lo spettro Lehman Brothers, dei fallimenti di Signature Bank e di First Republic e, in Europa, il caso Credit Suisse (e i suoi bond), assilla le autorità di regolamentazione non solo degli Stati Uniti, ma anche dell’Europa.
Per questo motivo, l’Eba ha annunciato oggi che inizierà a controllare in modo ancora più stringente, e a partire dal prossimo anno, se in primis le autorità nazionali di risoluzione stiano facendo i loro compiti, vigilando in modo accurato sui livelli di liquidità delle banche, al fine di evitare il remake di quella crisi bancaria di marzo esplosa prima con il crac di SVB-Silicon Valley Bank, poi con la crisi conclamata di Credit Suisse.
L’Eba ha pubblicato oggi per la prima volta un rapporto , in cui sono incisi i progressi che le autorità di risoluzione hanno riportato nel considerare quei fattori chiave identificati nell’ “EBA’s 2022 European Resolution Examination Programme (EREP)” , in particolare il fattore MREL, considerati determinanti nella prevenzione e nella gestione delle risoluzioni delle banche.
L’Eba ha rilevato – si legge nel rapporto – che tutte le autorità di risoluzione hanno monitorato il parametro MREL, confermando l’importanza di questo parametro nell’assicurare la fattibilità di alcune mosse potenziali di risoluzione.
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Eba più severa su piani liquidità banche europee
Allo stesso tempo, l’Eba – riporta un articolo di Reuters– ha indicato che “le strategie e gli interventi suggeriti dalle istituzioni per sostenere i livelli di liquidità in casi di risoluzione sono rimaste limitate, concentrandosi nella maggior parte dei casi sull’accesso agli strumenti della banca centrale”.
E questo significa che, a partire dal 2024, l’Autorità esaminerà in modo approfondito i piani che le banche hanno preparato per garantire la loro sopravvivenza in caso di una grande potenziale crisi, anche e soprattutto senza ricorrere ai finanziamenti delle rispettive banche centrali (riferimento all’Ue, dunque non solo alla Bce ma anche ad altre banche centrali dell’Unione europea).
Ciò che si vuole evitare è il ruolo che la Swiss National Bank, banca centrale della Svizzera, ha ricoperto nel salvataggio della malandata Credit Suisse, aiutando il colosso che l’ha inglobata, UBS, con fondi e garanzie pubblici.
Va detto che, durante il salvataggio di Credit Suisse, le autorità europee si sono affrettate a fare i distinguo rispetto alla gestione della Swiss National Bank del caso della banca elvetica, facendo riferimento allo shock degli obbligazionisti azzerati.
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Vale la pena di ricordare che la liquidità si riferisce al cash immediatamente disponibile o all’emissione di debito di breve termine pronto a essere acquistato, per finanziare le operazioni giornaliere di una banca, senza che si ravvisi la necessità di vendere gli asset.
Risoluzione banche e bail-in
Quando si parla di risoluzioni di banche, non si può non parlare di quello spettro del bail-in che ha terrorizzato i paesi europei dal momento della sua introduzione.
Bankitalia spiega che “il bail-in (letteralmente salvataggio interno) è uno strumento che consente alle autorità di risoluzione di disporre, al ricorrere delle condizioni di risoluzione, la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti o la loro conversione in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a ripristinare un’adeguata capitalizzazione e a mantenere la fiducia del mercato. Gli azionisti e i creditori non possono in nessun caso subire perdite maggiori di quelle che sopporterebbero in caso di liquidazione della banca secondo le procedure ordinarie”.
In tal senso, il rapporto dell’Eba si riferisce proprio al modo in cui le autorità di risoluzione- di tutti i 27 paesi del blocco Ue – stanno applicando le regole di “risoluzione” che sono state introdotte dopo la crisi finanziaria globale del 2008, al fine di impedire che il costo dei fallimenti ricada sui contribuenti, cosa che avviene con il bailout.
Nel rapporto dell’Eba, di bail-in si parla diverse volte.
L’autorità bancaria europea ricorda che il rapporto EREP 2022 ha indicato che “lo strumento di risoluzione più importante da dispiegare nel caso di fallimenti di banche dell’Unione europea rimane quello del bail-in”.
La stessa Autorità bancaria europea specifica però nel suo rapporto diffuso oggi che, in alcuni casi, il bail-in non viene considerato la strategia più adatta nella gestione delle risoluzioni bancarie.
Nel caso dell’Italia, l’autorità di resoluzione è Bankitalia:
“La Banca d’Italia – si legge sul sito– nel capitolo “Risoluzione e gestione delle crisi”, è l’autorità di risoluzione e svolge i compiti di risoluzione e gestione delle crisi nei confronti degli intermediari bancari e non bancari attribuiti dalla legislazione nazionale (i decreti legislativi n. 180 e n. 181 del 16 novembre 2015) di recepimento della direttiva 2014/59/UE (cd. “Banking Recovery and Resolution Directive”, BRRD) e delle sue successive integrazioni in armonia con le disposizioni comunitarie. La funzione è incardinata in una specifica struttura organizzativa, l’Unità di risoluzione e gestione delle crisi”.
Non solo Eba, attenti ai dividendi banche dalla Bce
In generale, oltre all’attenti dell’Eba, le banche italiane ed europee stanno scontando anche l’attenti lanciato alla vigilia da Luis de Guindos che ha avvertito le banche, nel commentare i risultati degli stress test recentemente diffusi dall’Eba e dalla Bce, riguardo alla necessità di essete “prudenti” nella distribuzione dei dividendi.
Dagli stress test, ha commentato De Guindos, è emerso che “i settori bancari di alcuni paesi soffrirebbero perdite ampie in modo significativo, se lo scenario avverso dovesse concretizzarsi”.
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Il numero due della Bce ha consigliato così agli istituti di “mantenere un approccio prudente nella distribuzione dei dividendi”.
Ora, all’attenti alla distribuzione delle cedole da parte della Bce, si affianca anche l’intenzione dell’Eba di essere più severa nel monitorare il modo in cui le autorità nazionali di risoluzione si stiano muovendo per vigilare la solidità dei parametri di liquidità delle banche.
A dispetto dei conti decisamente confortanti di Banco BPM e di Bper, che hanno confermato il forte sostegno dei rialzi dei tassi della Bce alla redditività delle banche dell’area euro, il settore bancario oggi è sotto pressione.
Il titolo Bper è scivolato nelle prime ore della giornata di contrattazioni di Piazza Affari fino a -8%, mentre Banco BPM ha perso fino a -5% e Mps-Monte dei Paschi di Siena il 4%. I cali dei titoli delle banche italiane si sono ridotti, ma rimangono decisamente importanti.