News Azioni in balia della politica

Azioni in balia della politica

Pubblicato 15 Aprile 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:11

Di seguito pubblichiamo un commento di mercato a cura di Carlo Capaul Head Global Equities di
Swiss & Global Asset Management. L'esperto evidenzia come nelle ultime
settimane l'andamento dei titoli azionari globali abbiano fatto registrare un andamento
deludente a causa delle crescenti incertezze politiche. Oltre a questi
fattori, anche la debolezza di dollaro Usa, sterlina inglese e dollaro canadese
hanno penalizzato il rendimento complessivo del segmento azionario globale. Non
tutto gioca a sfavore di questa asset class a detta di Carlo Capaul. Se a suo dire l'andamento
dei mercati azionari nel trimestre in rassegna potrebbe rappresentare il
preludio di ulteriori sviluppi nel corso dell'anno, per l'esperto segmenti
finora evitati potrebbero tuttavia rapidamente incontrare il favore degli
investitori anche in mancanza di una sostanziale variazione di valore del
mercato nel suo complesso.


Lo scorso trimestre
le azioni hanno evidenziato un andamento deludente. Questa asset class ha risentito
in maniera significativa delle crescenti incertezze politiche legate alla
situazione in Ucraina e dell'imprevedibilità degli sviluppi sul fronte della
futura crescita dell'economia e del credito cinesi.


Il 7 marzo 2014 la
comunità mondiale degli investitori ha appreso che la società cinese Chaori
Solar Energy Science & Technology Company non avrebbe pagato la cedola
dell'8,98% sulle obbligazioni rimborsabili in yuan con scadenza 2017. Questo
evento, il primo caso di insolvenza di un'obbligazione societaria cinese,
unitamente alla dichiarazione del Primo Ministro Li Keqiang, che ha annunciato
che il governo non è in grado di escludere il verificarsi di altri casi
analoghi, hanno eroso la fiducia degli investitori. Il sentiment degli
investitori ha risentito anche delle affermazioni di diversi esponenti politici
in Europa e negli Stati Uniti su eventuali drastiche sanzioni economiche legate
all'annessione russa della penisola della Crimea. In un tale contesto non
stupisce che alcuni operatori si siano chiesti quanto fossero ancora
realistiche le stime di crescita finora espresse per il 2014 e il 2015.


Enfasi sui settori
difensivi


Oltre ai problemi
inizialmente menzionati, anche la debolezza di dollaro Usa, sterlina inglese e
dollaro canadese ha penalizzato il rendimento complessivo del segmento azioni
mondiali (Svizzera esclusa). Un andamento analogo è stato registrato anche
dalle principali valute emergenti, ad eccezione di quella indiana, indonesiana,
thailandese e brasiliana. I settori difensivi dei servizi di pubblica utilità e
della salute sono stati gli unici a mettere a segno performance assolute
positive nel periodo in rassegna. Il rendimento assoluto peggiore è stato
registrato dai servizi di telecomunicazione. Inoltre, nel segmento delle
azioni estere, i titoli danesi, italiani, irlandesi e portoghesi hanno
conseguito rendimenti aggiuntivi eccezionalmente elevati. Sul versante dei
mercati emergenti, anche la Grecia ha esibito rendimenti elevati.


Prospettive:
dividend yield interessante


L'andamento dei
mercati azionari nel trimestre in rassegna potrebbe rappresentare il preludio
di ulteriori sviluppi nel corso dell'anno. Segmenti finora evitati potrebbero
rapidamente incontrare il favore degli investitori anche in mancanza di una
sostanziale variazione di valore del mercato nel suo complesso. Sebbene il
rapporto prezzo/utili (P/E) dei mercati sviluppati, pari a 17-18, si collochi
attualmente attorno ai livelli medi dalla fine degli anni Ottanta, è possibile
ravvisare cospicue differenze di valutazione. Soprattutto i settori della
salute (P/E = 23) e dei servizi di telecomunicazione (P/E = 20)
esibiscono valutazioni relativamente elevate in termini storici, se si
prescinde dalle distorsioni estreme degli anni 1998-2002. Un aspetto positivo è
che attualmente gli azionisti vengono ricompensati dell'attesa di quotazioni
migliori con un dividend yield relativamente alto al netto delle ritenute alla fonte,
pari al 2,4% circa.